HWA RANG KWAN

Il nome della nostra A.S.D. di Taekwondo, Hwa Rang Kwan, deriva da una setta di famosi guerrieri coreani dell’antichità, nati durante la dinastia Silla. Si chiamavano i Hwa Rang Do (“via della gioventù che fiorisce” o “via della gioventù fiorente”), organizzazione militare, didattica e sociale, e gioventù nobiliare della dinastia Silla creata dal Re Chinchung.

Il Re Chinchung chiamò un famoso prete buddista, Won Kwang Bopsa, e gli chiese di sviluppare un sistema di arti marziali che fosse in armonia col suo concetto delle leggi della natura. I Hwa (= che fiorisce o fiorente) Rang (= gioventù) erano scelti tra i giovani membri della nobiltà, a cui venivano insegnati i precetti per diventare modelli di cultura e guerrieri valorosi; oltre l’educazione alla fede buddista, ai Hwa Rang venivano insegnate danza, letteratura, arti e scienze, tiro con l’arco, imparavano a cavalcare, e l’arte militare del Taekkyon, e del Subak più tardi trasformatesi nel Taekwondo; gruppi di giovani si recavano sulle montagne, vicino ai fiumi e in altri luoghi di naturale bellezza per imparare a sviluppare la pazienza, il controllo della mente e delle emozioni, le attività artistiche abbinate allo studio delle arti marziali.

Il guerriero intellettuale divenne un simbolo che influenzò la storia coreana per generazioni: la maggior parte dei grandi generali militari di Silla erano membri dei Hwa Rang; si tramandarono leggende del loro coraggio e del loro feroce spirito combattivo nella poesia e nella letteratura coreana per oltre 1000 anni.

Un pugno diretto poteva sfondare l’armatura di legno di un avversario ed ucciderlo istantaneamente, riuscivano a calciare a tali velocità che i loro nemici spesso pensavano che i piedi dei guerrieri Hwa Rang fossero spade, erano talmente conosciuti che anche i nemici più potenti esitavano ad attaccare.

Una delle storie più famose della letteratura Hwa Rang è il martirio del figlio del Generale P’umil nella guerra di unificazione. Kwan Chang aveva solo 16 anni e già era comandante Hwa Rang (maestro di arti marziali e comandante di un numero di uomini tra 500 e 5000), quando fu catturato durante una battaglia e portato dinanzi al generale avversario. Questi, a causa della sua giovane età, gli risparmiò la vita e lo rimandò alle truppe di Silla. Ritornato da suo padre, Kwan Chang chiese di essere rimandato in battaglia al comando dei suoi uomini e fu esaudito. Catturato di nuovo, fu disarmato. Liberatosi dalle sue guardie, le uccise entrambe e, saltando, con un calcio circolare all’indietro di tallone uccise il secondo del Generale seduto a cavallo a circa 2,5 metri di altezza.

Una volta sottomesso, fu portato davanti al generale che lo aveva in precedenza salvato, il quale stavolta lo fece giustiziare e ne rimandò la testa attaccata alla sella del suo cavallo. Il padre prese la testa di suo figlio, pulì via il sangue con la manica e gridò ai suoi uomini: “Il viso di mio figlio è come quando era vivo, è morto al servizio del Re, non c’è nulla di cui pentirsi.” Ritornò alla battaglia e sconfisse i nemici e la storia divenne leggendaria nella cultura coreana.

Essenziale per l’evoluzione dell’artista marziale fu il codice di cavalleria ed il sistema di etica e moralità dei Hwa Rang. Alla richiesta di due giovani guerrieri di comandamenti per gli uomini che non volessero abbracciare la vita isolata dei monaci, Won Kwang Bopsa formulò le cinque regole (Hwa Rang O Gae) che sono ora una sintesi dei codici marziali di cavalleria e di fede buddista:

  1. Lealtà verso il proprio paese.
  2. Lealtà verso i propri genitori.
  3. Fiducia e fratellanza tra amici.
  4. Coraggio per non ritirarsi mai nell’affrontare un nemico.
  5. Giustizia per non prendere mai una vita senza motivo.

La Cronaca dell’Antica Chosun descriveva le vite dei Hwa Rang, membri del Hwa Rang Do:

I Hwa Rang venivano scelti dal regno attraverso delle gare e, dopo la selezione, vivevano insieme in gruppo, appagando sè stessi nell’apprendimento, nella pratica del Subak e del TaekKyon, tirando di scherma, e cavalcando. Qualche volta praticavano vari giochi, quali la lotta libera coreana (Ssirum). In tempo di pace, i Hwa Rang servivano per il bene della comunità, lavorando in caso di emergenza, costruendo fortezze e strade, ed erano sempre pronti a sacrificare le proprie vite in tempo di guerra.

Lo spirito Hwa Rang Do era caratterizzato dalle 3 virtù di lealtà, pietà filiale e serietà, dai 5 insegnamenti di Won Kwang e 3 atteggiamenti virtuosi, quali modestia, moderazione e controllo. Tale spirito consentì ai Hwa Rang di Silla di difendere il loro regno e di conquistare gli altri due, Koguryo e Paekje, unificando così l’intera penisola. La loro salda visione dello stato derivava dal pensiero di lealtà e pietà filiale, con cui essi abbandonavano volontariamente le loro vite normali, per il bene della sicurezza nazionale. Inoltre il coraggio di “non ritirarsi dalla battaglia” era anch’esso una virtù di tale spirito. La terza virtù era il loro pensiero di pratica dell’etica, con cui si impegnavano solennemente a non commettere nessun errore etico e a non tradire mai i loro obblighi sociali.
Tale pensiero, modellatosi in un pensiero di pace, è stato tramandato ai Coreani di oggi.

Kwan in coreano vuol dire scuola, per cui Hwa Rang Kwan è la Scuola della Gioventù che Fiorisce e le sue regole si fondano su quelle della setta dei guerrieri coreani: la pratica del Taekwondo, con i suoi principi (cortesia, integrità, perseveranza, autocontrollo e spirito indomabile) è abbinata all’istruzione scolastica, alla lealtà, alla giustizia, alla fratellanza e alla generosità.
In generale il guerriero Hwa Rang è associato alla figura di guerriero intellettuale o Maestro di penna e spada.